Il Pericolo viene dal Computer accanto
Anche per questa edizione, decine di Istituti di ogni ordine e grado hanno aderito all’iniziativa. L’idea ha preso spunto dalla lettura dei dati di un recente studio dell’Istat che, incrociati a quelli di una ricerca Microsoft e un’indagine nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza, fotografano la situazione degli ultimi anni. Tutte le indagini evidenziano l’aumento esponenziale del fenomeno che ha assunto enormi proporzioni per la diffusione e incisività.
Che cos’è il Cyberbullismo
Il Cyberbullismo è una forma di disagio relazionale, di prevaricazione e sopruso perpetrata tramite i nuovi mezzi di comunicazione. Questa forma di bullismo è particolarmente insidiosa e sempre più diffusa tra i ragazzi, frequentatori assidui di social network. Si definisce Cyberbullismo qualsiasi azione aggressiva e intenzionale eseguita persistentemente attraverso strumenti elettronici (sms, foto, video, e-mail, chat rooms, istant messaging, siti web, etc.), da una persona singola o da un gruppo, con il deliberato obiettivo di far male, danneggiare, intimorire, molestare mettere in imbarazzo, far sentire a disagio, un coetaneo che non può facilmente difendersi.
“La debolezza ha sempre rappresentato una tentazione a usare la forza.”
Henry Kissinger
Analisi del Bisogno
Dai dati Istat emerge che poco più del 50% dei ragazzi ha subito qualche episodio offensivo, non rispettoso o violento. Nel 9,1% dei casi gli atti di prepotenza si sono ripetuti ogni settimana; a subire costantemente comportamenti offensivi, non rispettosi o violenti sono stati nel 22,5% dei casi i ragazzini fra 11 e 13 anni e nel17,9% dei casi gli adolescenti fra 14 e 17 anni. Secondo il nuovo studio Microsoft Digital Civility Index, che analizza le attitudini e le percezioni sia degli adolescenti (13-17), sia degli adulti (18-74), in quattordici Paesi, il 65% degli intervistati è stato vittima di almeno uno dei principali pericoli individuati. Nello specifico, di contatti indesiderati (43%) e molestie (41%). Più della metà (51%) ha incontrato di persona l’autore della minaccia, ma la percentuale sale al 58% se si considerano le fasce d’età più giovani. La foto di un momento intimo diffusa senza autorizzazione, le offese sempre più pressanti, i contatti indesiderati, sono alcuni dei rischi ai quali le persone si sentono esposte online. La sensazione d’isolamento e impotenza, davanti a questi problemi, è ricorrente: il 62% degli intervistati ha dichiarato di non sapere dove trovare aiuto quando s’imbatte in un rischio online. E anche se i giovani sembrano più pronti a reagire – il 48% di loro ha detto di sapere a chi rivolgersi – sono anche loro vittime della paura di restare ancora più isolati. Le denunce per minacce, ingiurie e diffamazione online rappresentano circa il 59% del totale, quelle relative al furto d’identità digitale quasi il 30%. La diffusione di materiale pedopornografico rappresenta l’11,5% dei casi trattati. Anche tra gli adulti, specie i genitori o addirittura chi utilizza agevolmente le tecnologie multimediali manca la consapevolezza del pericolo on line. Utilizzando la rete a casa ci si sente protetti e si tende a essere più leggeri, ma proprio perché in rete “ogni cosa è possibile”, bisognerebbe alzare la soglia del pericolo.
Il Pericolo viene dal Computer accanto
Oggi il 34% del bullismo è online, in chat, quest'ultimo viene definito cyber bullismo perpetuato dai famigerati “leoni da tastiera”. Pur presentandosi in forma diversa anche quello su Internet è bullismo: far circolare delle foto spiacevoli o inviare mail contenenti materiale offensivo può costituire un danno psicologico. In Italia, secondo una recente indagine sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza, un quinto dei ragazzi ha trovato su Internet informazioni false sul proprio conto: "raramente" (12,9%), "qualche volta" (5,6%) o "spesso" (1,5%). Con minore frequenza si registrano casi di messaggi, foto o video dai contenuti offensivi e minacciosi, ricevuti "raramente", "qualche volta" o "spesso" dal 4,3% del campione; analoga percentuale (4,7%) si registra anche per le situazioni di esclusione intenzionale da gruppi online.
In aumento la percentuale di ragazze e ragazzi che vivono esperienze negative navigando in Internet: erano il 6% nel 2010, sono diventati il 13% nel 2017. Il 31% degli 11-17enni dichiara di aver visto online messaggi d’odio o commenti offensivi rivolti a singoli individui o gruppi di persone, attaccati per il colore della pelle, la nazionalità o la religione. Di fronte all’hate speech il sentimento più diffuso è la tristezza (52%), seguita da rabbia (36%), disprezzo (35%), vergogna (20%). Ma nel 58% dei casi gli intervistati ammettono di non aver fatto nulla per difendere le vittime. Sono il 6% i ragazzi di 9-17 anni che sono stati vittime di cyberbullismo nell’ultimo anno, il 19% quelli che vi hanno assistito. In questo caso i ragazzi si dividono equamente fra quanti hanno cercato di aiutare la vittima (49%) e quanti non hanno fatto nulla (50%). Aumenta l’esposizione a siti o blog con discussioni legate a contenuti negativi razzisti e discriminatori (33% degli intervistati). Lo smartphone è il principale strumento con cui ragazze e ragazzi accedono a Internet: è usato quotidianamente per andare online dal 97% dei 15-17enni e dal 51% dei bambini di 9-10 anni. Se l’88% dei ragazzi italiani usa Internet a casa ogni giorno, il 44% lo usa quotidianamente quando è fuori per recarsi da qualche parte (per strada, sui mezzi pubblici, etc.) il 42% mentre è fuori per conto proprio. Fra gli adolescenti di 15-17 anni, la percentuale di chi usa tutti i giorni Internet quando è fuori casa sale al 74%. Cresce anche il numero di ragazzi di 9-17 anni che usa Internet tutti i giorni a scuola (26%), soprattutto fra gli adolescenti di 15-17 anni (49%). Le attività online più diffuse sono quelle relative alla comunicazione e all’intrattenimento: il 77% delle ragazze e dei ragazzi di 9-17 anni usa internet tutti i giorni per comunicare con amici e familiari, poco più della metà guarda video online e visita quotidianamente il proprio profilo sui social media. Il 37% usa Internet quotidianamente per fare i compiti a casa. Dalla ricerca presentata oggi emerge che sono in aumento i ragazzi che hanno avuto esperienze su Internet che li hanno turbati: dal 6% del 2010 al 13% nel 2017. Il 58% del campione afferma di non aver fatto nulla. Il 42%, comunque, ha cercato di aiutare la vittima. Sono poi il 6% le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi di 9-17 anni che sono stati vittime di Cyberbullismo nell’ultimo anno, il 19% quelli che vi hanno assistito. In questo caso i ragazzi si dividono equamente fra quanti hanno cercato di aiutare la vittima (49%) e quanti non hanno fatto nulla (50%). Aumenta l’esposizione a siti o blog con discussioni legate a contenuti negativi razzisti e discriminatori (33% degli intervistati).
Diverse Forme di Cyberbullismo
A differenza del bullismo tradizionale il Cyberbullismo si sviluppa su internet, talvolta causando danni violenti. Ad aggravare il fenomeno contribuiscono diversi fattori, quali l’apparente anonimato del molestatore, la sua difficile reperibilità, l’indebolimento delle remore etiche online, l’assenza di limiti spazio temporali e la pervasività che possono raggiungere le azioni dei bulli attraverso sistemi elettronici sempre connessi
Gli esiti delle molestie possono essere la mancanza di volontà di aggregazione e il conseguente isolamento, che implica a sua volta danni psicologici non indifferenti, come la depressione o, nei casi peggiori, intenzioni suicide. Spesso i molestatori, soprattutto se giovani, non si rendono effettivamente conto di quanto possano nuocere le loro azioni.
Le Conseguenze del Cyberbullismo
Le conseguenze psicologiche per le vittime di questi attacchi possono essere estremamente dolorose, con effetti anche gravi sull’autostima, sulle capacità socio-affettive, sul senso di autoefficacia, sull’identità personale.
Il maggior parte degli adolescenti vittime di cyberbullismo fa esperienza di emozioni negative come: rabbia, agitazione, preoccupazione, stress, paura, vergogna, tristezza, sensi di colpa. La rabbia è l’emozione più comunemente riportata dalle vittime.
Sono sempre più numerose anche le segnalazioni di difficoltà scolastiche e comparsa di sintomi somatici tra le giovani vittime, e nei casi più gravi di Cyberbullismo, specialmente se si tratta di episodi ripetuti (due o tre volte al mese), aumenta la frequenza di stati depressivi rispetto a coloro che sono stati vittime di sporadici episodi di bullismo.
Tra le vittime esiste una forte correlazione con outcomes negativi come sintomi depressivi e tentativi di suicidio. Le ragazze riferiscono più frequentemente sintomi depressivi (36% vs. 21%), pensieri suicidari (19% vs.12%) e tentativi di suicidio (10% vs. 6%). Ciò che preoccupa è il silenzio che ancora troppo spesso caratterizza le reazioni delle vittime di queste prevaricazioni. Si stima, infatti, che solo 1 minore su 10 informi un adulto dell’essere stato vittima di bullismo offline o online. In Italia quasi uno su quattro non ne ha parlato con nessuno.
Se, come le ricerche indicano, oltre il 90% degli adolescenti in Italia sono utenti di 6 Internet e il 98% di questi dichiara di avere almeno un profilo su social network, e se consideriamo che gran parte dell’utilizzo della rete da parte dei giovanissimi avviene senza alcun controllo da parte degli adulti l’emergenza risulta ancora più impellente. Al fine di un uso consapevole delle tecnologie digitali, diventa sempre più necessario promuovere l’educazione ai media, con riferimento alla comprensione critica dei mezzi di comunicazione, e le Istituzioni hanno il dovere di promuovere l’educazione all’uso consapevole della rete internet e l’educazione ai diritti e ai doveri legati all’utilizzo delle tecnologie informatiche, anche secondo le Line Guida del MIUR.
Si prova una vergogna tremenda ad essere vittima di bullismo, perché ad un certo punto cominci a pensare che ci sia un motivo per cui sei stato preso di mira.
(Matt Reves)
Finalità
L’intento è stato quello di informare sul fenomeno del Cyberbullismo ed educare i giovanissimi a un uso consapevole della tecnologia in un’ottica di prevenzione. La sensibilizzazione e la prevenzione sono la prima modalità di contrasto del fenomeno. Inoltre, l’area di intervento permetterà una maggiore interiorizzazione delle regole di condotta, il potenziamento delle abilità sociali e delle competenze civiche, la promozione della cooperazione e della mediazione del conflitto tra pari. Lavorare su aspetti di prevaricazione e di disagio relazionale ha permesso una maggiore integrazione degli alunni in situazione di svantaggio.
Definizione dell’offerta formativa
Consiste nel garantire la massima informazione sul problema e sulle sue conseguenze, e la successiva formazione al contrasto del fenomeno rivolta al personale Docente degli istituti contemplati nel progetto e ai ragazzi che utilizzano la rete. Sarà data importanza allo sviluppo delle capacità per riconoscere e prevenire gli “attacchi”, al potenziamento delle abilità per difendersi da Cyberbulli, e alle possibili azioni da intraprendere nei casi in cui si è vittima o si è a conoscenza di situazioni di vittimizzazione. Sarà inoltre effettuata una valutazione pre e post intervento al fine di comprendere al meglio gli iniziali bisogni dei destinatari e verificare gli esiti a fine progetto con questionari ad hoc.
Metodologia
Le azioni portate avanti attraverso una serie di incontri hanno compreso “lezioni frontali” e momenti esperienziali e attivanti attraverso il cooperative Learning e il circle time, visione di filmati, role playing, simulazione di “attacchi” realizzati da Attori con il supporto di Psicologi ed Esperti della comunicazione multimediale.
Gli “Attori Docenti” sono attori istruiti dallo Psicologo o Assistente Sociale ai quali verrà richiesto di simulare gli “errori” più frequentemente commessi dai ragazzi ed in grado di rispondere alle domande poste dagli stessi in fase di simulazione
DESCRIZIONE DEL PROGETTO E ATTIVITA’ PREVISTE
Richiedibili al 346 2373945
Un alunno su cinque è malato di bullismo. Lo riconosci perché ha quattro merende. (Stefano Andreoli e Alessandro Bonino)