Quando l’Ape Car delle patate novelle raggiunge più contatti.
Nello scorso mese di gennaio, a seguito della pubblicazione dei volumi annuali sul rilevamento dell’ascolto radiofonico in Italia (Radioter 2022), pubblicai sul mio Blog un lungo articolo in cui analizzavo le cause del tracollo degli ascolti della radiofonia locale Calabrese.
La fine delle Radio locali in Calabria. Tutta la verità (edoardomaruca.it)
Il corsivo, particolarmente critico (e criticato), ripercorreva i fasti delle radio locali dagli anni 70 fino al 2010. Da quel momento in poi, l’emorragia di ascolti è stata inarrestabile. Certamente ogni operatore ha dato la propria lettura dei dati. La migliorata qualità dei programmi e del segnale delle radio Nazionali? L’incapacità degli pseudo editori di uscire dalla zona di confort? Internet e la fruizione smart mobile? Nulla di tutto questo o forse tutto, insieme ad altro … Ma al peggio non c’è mai fine e i risultati forniti dalle indagini sull’ascolto 2023 (Radio Ter primo semestre) se possibile, sono ancora più disastrosi.
L’ultimo rilevamento però consegna una novità: sono le radio di Cosenza a essere le meno ascoltate nella regione.
A Lamezia Terme e Catanzaro, le radio a carattere locale più ascoltate sono del posto, idem per Crotone e Reggio Calabria, quelle di Cosenza, invece, hanno ascolti a dir poco imbarazzanti. Per esempio, una stazione con 3000 ascolti al giorno, divisi su almeno quattro “bacini” d’ascolto (Cosenza, Rende e hinterland corrispondono a uno) si ritroverebbe, ad esser buoni, circa 750 ascolti per bacino e togliendo le ore notturne, raggiungerebbe sì e no 50 contatti l’ora. Una domanda lecita: se lo spot pubblicitario dura 30” circa, quante persone lo ascoltano?
Il dato, certamente irrilevante per essere censito da Radio Ter (tavolo editori radio) è sicuramente più basso dei contatti raggiunti da una Ape Car con il megafono montato sul tettuccio che annuncia l’arrivo delle patate novelle della Sila.
Che il periodo delle vacche grasse fosse finito era da tempo chiaro a chi ha ben pensato di non iscriversi alle ultime indagini sull’ascolto per evitare figuracce (come farà il prossimo anno anche Radio Rai, la quale, piuttosto che migliorare il prodotto, preferisce criticarne le metodiche). Rimane l’interrogativo su quali giustificazioni possano dare le radio locali ai propri inserzionisti se questi dovessero chiedere di quanti ascolti dispongano