La Pubblicità Radiofonica
Nemmeno a dirlo la Pubblicità ha chiaramente condizionato il nostro linguaggio oltre alla nostra capacità di scelta e, come in ogni paese ricco, anche i Calabresi degli anni 80 non avevano bisogno del prodotto funzionale, piuttosto quello di moda e che avrebbe dovuto scassarsi in fretta, per essere sostituito... Ancora non esistevano le grosse stazioni Broadcast Nazionali pertanto anche la pubblicità di grosse aziende Italiane ed estere veniva dirottata sulle stazioni locali. La distribuzione delle grandi campagne pubblicitarie era decisa da importanti agenzie di comunicazione del nord che si avvalevano degli studi di mercato della Nielsen Company, una multinazionale con sede negli Stati Uniti e filiale in Italia.
Lo Speaker Radiofonico
Facile pensare a un tipo stravagante “puzzolente” di tabacco con la sigaretta in bocca e in effetti, l’immagine fornita da film svilenti la figura professionale o ancora copertine di dischi di successo, hanno trasmesso questo aspetto sicuramente distorto. (1) (2) In verità lo Speaker professionista ha una cultura ibrida, svolazza tra il giornalismo commentato con un linguaggio apparentemente familiare e la presentazione di un disco, media la discussione tra un ascoltatore e un politico, «limitando i danni» nei momenti tesi o «mettendo fuoco alla paglia» in quelli morti.
Le Tecnologie Digitali
Gli anni a seguire modificarono fortemente i giornali radio e tutta la programmazione delle Stazioni Calabresi: le nuove tecnologie, l’utilizzo professionale del compact disc, registratori sempre più portatili, i primi telefoni analogici portatili «tacs», (1) spianarono la strada a quello che da lì a poco sarebbe diventato il Citizen Journalism (2).
2010 La trasformazione delle radio
Con la prima Decade del 2000, la radio generalista ha conosciuto in Italia un successo straordinario con ascolti altissimi come non si vedevano da anni, favoriti forse dal contemporaneo calo degli spettatori televisivi come confermato da un sondaggio del 2004, il quale rivelava che oltre il 45% degli Italiani, preferiva la radio alla televisione. La radio, soprattutto quella musicale, si dimostrò capace di condizionare i gusti del pubblico, molto più del previsto, con le proprie programmazioni. Il successo della radio nell’ultimo ventennio, è dovuto anche all'evoluzione di Internet «web 2.0» (1) che ne diventò immediatamente parte indissolubile.